E partimmo del porto di detta città di Cananor uno sabbato, adí 22 ottobre, con vento calma, e di notte stavamo surti e di dí andavamo. E andando cosí a nostro cammino verso Calicut, vedemmo uno zambuco, al quale per comandamento dell'ammirante andò una caravella, e datali la caccia, gli prese la terra, acciò non si buttasse a terra come cominciava; presonlo con circa venti Mori e Ciafferi. Portava a Calicut filo di noci, che loro chiamano cabaye e cocos.
E andando noi costeggiando alla via di Calicut, vedemmo tre gran navi, tanto presso a terra che parevano in secco, alle quali andorono otto battelli stipati e le due carovelle: e l'ammirante entrò in una d'esse, cominciorono a trar loro colpi di bombarde, e tanto gli strinsono che si cominciorono a gittar in mare e fuggire a terra. E come uno signore di quel paese, di chi erano quelle navi, vidde questo, cominciò a correre e con 7 o 8 uomini si mise in una almadia e andossene all'ammirante, e dissegli ch'era vasallo del re di Cananor, e che tutta quella terra quivi intorno era soggetta al detto re, e che aveva pace e amistà con Portoghesi; e che se non si fusse fidato alla detta pace, che non arebbe trovato quivi le sue navi, e che per quello non volle noleggiare le dette navi al re di Calicut per armar contra cristiani, quando armò contra Giovan da Nova, e che per quello aveva guerra col detto re, e che era mal trattato da lui; e che oltra questo era parente e grande amico del re di Cocchin, e che, se bisogno fusse, che lasciarebbe nelle sue mani quegli uomini che gli aveva menati seco per sua sicurtà, fino a tanto lo certificasse di tutto quello che diceva: e cosí si fece.
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