E similmente l'altro dí fece ammazzare un altro Moro a lanciate, perché detti giovani l'incolporon, dicendo che colui rubò certe robe alla detta battaglia. Questi giovani erano naturali di Calicut, e tornavano dalla Mecca di romeria. L'ammirante fece compartire in tutte le navi della flotta tutti quelli Mori che furono presi in detto zambuco; e fatto questo, incontanente se n'andò alla nave Elena, e comandò che si mandasse pel capitano.
E noi facemmo vela al cammino di Calicut, in sabbato adí 29 d'ottobre, e giugnemmo davanti la detta città di Calicut, la qual di mare non potevamo vedere, se non una picciola parte d'essa, perché è posta in una valle piana ed è tutta coperta da palmari molto alti. E come ci appressammo, venne alla capitana uno imbasciadore del re a visitare l'ammirante e salutarlo da parte del re, dicendoli che fusse il ben venuto, e ch'el detto re era parato osservarli quanto gli avea scritto a Cananor, e che lo pregava gli rispondesse s'era contento di capitolare la detta pace nel modo gli avea scritto. L'ammirante gli mandò a dire che la prima cosa ch'egli aveva a fare era di cacciar fuor del suo paese tutti e' Mori della Mecca, cosí mercanti come stanziali, e che in altra maniera non voleva far pace né accordo alcuno con lui, perché insino dal cominciamento del mondo e' Mori furono nimici de' cristiani e li cristiani de' Mori, sempre sono stati in guerra l'uno con l'altro, e per tal cose nessuno accordo che facessino non saria fermo; e che, affine che tale accordo avessi ad esser stabile, da quel dí innanzi non aveva a consentire il re che niuna nave della Mecca venisse né trafficasse ne' suoi porti.
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