Voi facesti quanto potesti, e se piú avessi potuto, piú areste fatto. Sarà tal il castigo come voi meritate: quando io tornerò per qui io vi pagherò il vostro diritto senza danari».
Come l'armata di Calicut fuggí verso Calicut.
Adí 10 di febraio 1503, venerdí mattina, partimmo davanti il porto di Cocchin tutta la flotta insieme, perché tutte l'altre navi erano già quivi. Il sabbato l'ammirante e 'l suo zio s'aviorono innanzi per forza di mettere piú vele, e restò con l'armata e per capitano don Luigi Coutino, il qual subito con uno schifo andò dicendo a tutti che lo seguisseno: e questo fece l'ammirante per far animo a quelli di Calicut che uscissino ad affrontare quelle due navi, vedendo che tutta l'altra armata se n'andava insieme, a fine che si arrischiassino ad uscire, perché davanti che partissimo da Cocchin seppe l'ammirante che il re di Calicut faceva una altra grande armata.
E adí 12 detto a buon'ora eravamo presso a 4 o 5 leghe a Calicut, e vedemmo venire a noi di verso la città una grande armata di navi grosse, che erano ben trentadue, le quali venivano da Pandarane: e visto che venivano verso noi, cominciammo a mettere in punto e a parecchiarci. Portavano le lor vele imbroccade, e il vento piú largo a loro che a noi, perché noi andavamo alla bulina: e di ben lungi cominciammo a sentir sonare e' loro naccaroni. E oltre le trentadue navi, venivan contraci dalla città molti zambuchi e almadie a remo, e tutti portavano bombarde, colle quali ci traevano: ma non tardò molto che 'l saluto da noi fu renduto, e molto fieramente; tuttavolta non cessavano di venirci drieto, lassando una nave da banda di mare e l'altra da banda da terra.
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