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      E la prima che ci rispose fu la capitana, che ci si appressò e domandò quello che noi avevamo; e quando dicemmo che la Lionarda ci avea colpito fortemente, addomandò se volevamo che si abbordassi con esso noi. Rispondemmoli che no, che fino all'altra mattina ci sopportoremmo; e Fior del mare disse se volevamo che mettessi sopra 'l mare il lor battello per ripigliarci in esso, però che l'uno e l'altro non poteva credere che ci potessimo sostenere sopra mare, andando il mare tanto alto e furioso. E visto da tutti noi il miracolo, facemmo tutti voto e promettemmo che, quando giugneressimo a Lisbona, avanti, che scendessimo a terra andremo tutti in romeria a Nostra Donna da Vita, e a suo onore vi faremmo dire una messa solenne, e vi porremmo una dipintura del miracolo di tutte due le navi, che tutti noi romei desineremo in detto luogo, a riverenza del detto miracolo.
      E adí 10 di giugno cominciammo in detta nostra nave a dare alla gente il pane a peso, cioè a ciascuno dodeci uncie di biscotto, e uno pezzo innanzi avevamo cominciato a dare una mezzetta di vino per dí. E perché poi ci parve a tutti essere scarsi di pane, cominciammo adí 28 detto a dare alla gente dieci uncie di biscotto per dí, senza nessuna altra cosa salvo che detto pane e vino, e piú mezza scodella di riso cotto, cioè fra duoi una scodella: il qual riso durò tanto quanto stemmo a Monzambique, e 4 dí piú. E dipoi tornammo a un poco di miglio, che avevamo in detta isola, che tutto poteva essere 2 stara, e dicevano che costava uno ducato lo staro, il quale ci durò 8 dí. E dipoi tornammo a fare del mazzamuro, della polvere del biscotto, ch'era amaro come fiele, e la terza parte era garofani de topi; e dipoi, senza mettervi olio o mele, era cotto con una acqua che non aveva bisogno di altre spezie, perché putiva come un cane morto: e per fame si mangiava.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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