Pagina (898/1094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      D'un castello fatto sul rio di Ripellin. Della terra Colom, non avanti scoperta, dove trovorono cristiani detti nazzarei, quivi rimasti fin al tempo di S. Tomaso.
     
      Partimmo di detto porto e, navigando a lungo di detta costa, corremmo qualche fortuna, e con gran difficultà potevamo guadagnare la detta costa. Pure andammo tanto avanti come la terra di Ceffala, ove è la mina dell'oro, e dove il re ha fatto uno castello bene artigliato e dove ha uomini a bastanza. E di quivi partimmo per andare a Melinde, dove per obligazione e comandamento del re di Portogallo ci bisognava andare per aspettare il capitano maggiore, il quale s'era da noi perduto per la fortuna grande passata. E volendo noi seguire e mettere ad effetto tal mandato, era il vento opposito, di sorte che, istando barlavenziando per pigliare detta terra, e pigliar uno pilotto d'essa che ci menasse nell'Indie, per rispetto del pericoloso golfo, giamai ci fu rimedio, e l'acque ci trasportorono tanto abbasso che fummo a tenere una terra chiamata Patti, la quale è circondata da molti bassi. E fondando il nostro pilotto, quando trovava 30 braccia, quando 10 o meno, di modo che noi altri, per non potere altro fare, surgemmo in quattro braccia, con assai paura di nostra perdizione, perché se fussi soffiato vento contrario forzoso eravamo del tutto persi.
      E cosí stando, non possendo compire il reggimento del re, perché il tempo passava dell'attraversare il golfo (e se l'uomo non si trova il settembre nell'Indie non si può passare, che sei mesi venta levante e sei ponente), deliberammo lasciare il reggimento del re e il pilotto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Ripellin Colom S. Tomaso Ceffala Melinde Portogallo Indie Patti Indie