Li quali, quando scontrano un Mammalucco, benché fusse Moro e principal mercante, bisogna che 'l faccia onore e largo al Mammalucco, e non lo faccendo lo bastonano. Vi sono molti fontichi de cristiani, che tengono panni e seta e rasi, velluti e rami e di tutte mercanzie che bisogna; ma sono mal trattati.
Come da Damasco si va alla Mecca, dove si descrivono
li costumi di Arabi che stanno alla campagna.
Avendo dechiarate forse piú diffusamente le cose di Damasco che non si dovea, l'opportunità mi sollecita di raccontar il mio viaggio. Nel 1503, adí 8 d'aprile, mettendosi in ordine la carovana per andar alla Mecca, ed essendo io volontaroso di veder varie cose e non sapendo in che modo, pigliai grande amicizia col capitano de' detti Mammalucchi della carovana, il qual era cristiano renegato, per modo ch'egli mi vestí da Mammalucco e dettemi un buon cavallo, e messemi in compagnia d'altri Mammalucchi: e questo fu per forza di danari e de altre cose ch'io gli donai. E cosí ci mettemmo in cammino, e andammo tre giornate ad un luoco che si chiama il Mezeribe; e ivi ci fermammo tre giorni, per fornir li mercanti e comprar camelli e quanto a loro era necessario.
In questo Mezeribe è signore uno che si chiama Zambei, ed è signor della campagna, cioè degli Arabi: il qual Zambei ha tre fratelli e quattro figliuoli maschi, e ha quarantamila cavalli, e per la corte sua ha diecimila cavalle femine, e qui tiene quarantamila camelli, che dura due giornat'il pascolar suo. E detto signor Zambei, quando vuole, tiene in guerra il soldano del Cairo e il signor di Damasco e di Ierusalem.
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