Il viaggio nostro facemmo in questo modo. Da Damasco alla Mecca sono 40 giorni e 40 notte di cammino. Noi partimmo la mattina da Mezaribe, e camminammo per fino a ventidue ore: in quel punto si fanno certi segnali dal capitano di mano in mano, che, dove si trovano, là si fermano tutti di compagnia, e nel scaricare e mangiar loro e li cammelli stanno per fino a ventiquattro ore; e poi fanno segnali, e subito cargano detti cammelli. Ed è da sapere che alli cammelli non gli danno da mangiare se non cinque pani di farina d'orzo crudi, e grossi quanto un pomo granato l'uno. E poi montano a cavallo, e camminano tutta la notte e tutto il dí seguente fino alle ventidue ore, e poi alle ventiquattro ore fanno il simile come prima. E ogni 8 giorni trovano acqua, cioè cavando la terra over sabbione, e ancora si trovano certi pozzi e cisterne; e in capo delli otto giorni si fermano un giorno over duoi per far reposar li detti cammelli, quali portano peso ciascuno quanto duoi muli: e alli poveri animali non danno da bere se non ogni tre giorni una volta.
Del valor e forza che hanno i Mammalucchi.
Essendo noi fermati alle dette acque, sempre avemmo da combattere con grandissima quantità d'Arabi, né mai ammazzarono alcun di noi salvo che un uomo e una donna, perché tanta è la viltà degli animi loro che noi sessanta Mammalucchi eravamo sofficienti a defenderci da 40 o 50 mila Arabi: perché della gente pagana non è la migliore con l'arme in mano che i Mammalucchi. Certa cosa è ch'io viddi di belle esperienzie de' Mammalucchi in questo viaggio: infra gli altri viddi un Mammalucco pigliar il suo schiavo e mettergli una melangola sopra la testa, e farlo stare 12 o 15 passi lontano da lui, e alla seconda volta levargli la detta melangola a tirar con l'arco.
| |
Damasco Mecca Mezaribe Mammalucchi Arabi Mammalucchi Arabi Mammalucchi Mammalucchi Mammalucco
|