E dicendo a quelli: «Che cosa è questa? Che cridate?», perché facevano sto rumore, come saria intra di noi cristiani quando un santo fa alcun miracolo, que' vecchi risposero: «Non vedete voi lo splendore che esce fuora della sepoltura del profeta?» Disse il capitano: «Non veggo niente», e dimandò a tutti gli altri se avevano veduto cosa alcuna: fugli risposto di no. Rispose un di que' vecchi: «Sete voi schiavi, cioè Mammalucchi?» Disse il capitano: «Sí che siam schiavi». Rispose il vecchio: «O signori, voi non potete vedere queste cose celesti, e perché voi non siate ancora ben confirmati nella fede nostra». Rispose il capitano: «O stolti, io voleva dare tremila ducati. Per Dio, mai piú non ve li do, cani figliuoli de cani». Sappiate che questi splendori erano certi fuochi artificiati, che loro aveano fatto maliziosamente in cima di detta torre, per dar ad intendere a noi altri che fussero splendori e che uscissero della sepoltura di Maumetto: per la qual cosa il nostro capitano comandò che per niun modo alcun di noi non entrasse nella detta moschea, e vi affermo e dico per certo che non v'è né arca di ferro né di azzale, né calamita, né montagna nissuna appresso a quattro miglia.
Noi stemmo lí tre giorni per riposar li cammelli. Il popolo della detta città si governa della vettovaglia che viene dall'Arabia Felice e dal Cairo e dalla Etiopia per mare, perché de lí al mar Rosso sono quattro giornate di cammino.
Del viaggio per andar da Medina alla Mecca, e del mar della rena.
Già noi delle cose e vanità di Maumetto sazii, ci disponemmo di passar piú oltra, e col nostro pilotto, il qual reggeva il nostro cammino con il bossolo e carta da navigar, secondo che sogliono far gli esperti pratichi con li suoi bussoli e carte nel corso del mar.
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