Il qual monte è lontano da detta città cerca 8 o 10 miglia, ed è alto duoi e tre tiri di pietra di mano, ed è d'un certo sasso non di marmo, ma d'un altro colore; e in cima è una moschea a usanza loro, la qual ha tre porte. A' piedi del detto monte sono due bellissime conserve d'acqua: una è della carovana del Cairo e l'altra della carovana di Damasco; la qual acqua si raccoglie parte per la pioggia, e parte viene di molto lontano.
Or torniamo alla città; quando sarà tempo diremo del sacrificio che fanno a' piedi del detto monte. Allora che noi entrammo in detta città, trovammo la carovana del Cairo, la qual era venuta 8 giorni prima di noi, perché non vengono per la via che venimmo noi: e in detta carovana erano sessantaquattromila cammelli e cento Mammalucchi. E la prima cosa che avete da saper di questa città è quello che ognun dice, che l'ha avuta la maladizione da Dio, perch'el paese non produce né erbe né arbori né frutti né cosa alcuna, e hanno grandissima carestia d'acqua, in modo che, se uno volesse bere a sua volontà, non li basteria quattro quattrini d'acqua al giorno. Io dirò in che modo vivono: una gran parte del viver suo gli viene dal Cairo, cioè dal mar Rosso, e vi è un porto chiamato il Ziden, che è lontano dalla detta città 40 miglia; gli viene ancora una grandissima quantità di vettovaglia dell'Arabia Felice, e anco gran parte ne gli viene dall'Etiopia. Noi trovammo grandissima quantità di pellegrini, de' quali alcuni venivan dall'Etiopia, chi dall'India maggiore, chi dalla minore e chi dalla Persia e dalla Soria: veramente non viddi mai in una terra tanto popolo, per 20 giorni ch'io stetti lí. Delle qual genti parte ne erano venute per mercanzie, parte per guadagnar l'indulgenzie e compir i suoi voti, nel che voi intenderete quel che fanno.
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