Aden è una città la piú forte che mai abbia visto in terra piana, e ha le mura da due bande, e dall'altre bande sono le montagne grandissime, sopra le quali sono cinque castelli; e la terra è nel piano di questi monti, e fa circa cinque o seimila fuochi. A due ore di notte qui si fa il mercato, per rispetto dell'estremo caldo che fa il giorno nella città. Appresso la quale ad un tirar di pietra è una montagna, sopra la quale è uno castello; e a piè di questa montagna, che vi batte il mare, surgono li navilii. Questa città è la principal e bellissima e la meglio fabbricata de tutte le città dell'Arabia Felice. Qui fanno capo tutti li navilii che vengono dall'India maggiore e dalla minore, e dalla Etiopia e dalla Persia, per li gran traffichi che vi sono. Tutti li navilii che hanno ad andare alla Mecca vengono a pigliar porto qui, e cosí presto che arriva una nave in porto, vengono gli officiali del soldano della dogana di detta città, e vogliono saper donde vengono e che portano, e quanto tempo è che si partirono dalle lor terre, e quante persone vanno per ciascuna nave. E poi che hanno inteso ogni cosa, per l'ordine del regno, levano alle dette navi gli arbori e le vele, li timoni e l'ancore, e ogni cosa portano dentro della città: e questo fanno accioché dette persone non si possino partire senza pagar la gabella al soldano.
Il secondo giorno ch'io arrivai alla detta città, fui preso e messo in ferri, e questo fu per cagione d'un ghiotto mio compagno, il qual mi disse: «Can cristiano, figliuolo di cane». Certi Mori intesero questo parlare, e per questo rispetto fussimo menati in palazzo dal vice soldano, e subito fecero consiglio se subito ne doveano far morire, perché il soldano non era nella città,. Dicevano che noi eravamo spie de' cristiani, e perché il soldano di questa terra non fece mai morire alcuno, costoro ebbero rispetto, donde ne tennero ben sessantacinque giorni con diciotto libbre di ferro alli piedi.
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