Il terzo giorno che noi fummo presi, corsero al palazzo ben quaranta o sessanta persone de Mori, li quali erano di due o di tre navilii quali avevano presi li Portoghesi; e questi tali erano scampati per nodare, e dicevano che noi eravamo di quelli di Portogallo e venuti lí per spie. Per questo corsero al palazzo con grandissima furia, con l'arme in mano per ammazzarne: e Dio ne fece grazia che quello che ne aveva in guardia serrò la porta dalla banda di dentro. A questo rumore sí levò la terra in arme, e chi voleva che morissemo e chi no: alla fine il vice soldano ottenne che noi campassimo.
In termine di 65 giorni il soldano mandò per noi, e fummo portati tutti duoi sopra un camello, pure co' detti ferri ai piedi, e stemmo giorni otto pel cammino. Poi fummo presentati al soldano in una città la qual si chiama Rhada, e quando noi giugnemmo alla detta città, il soldano faceva la mostra con trentamila uomini, perché voleva andar a combattere con un altro soldano d'una città chiamata Sana, lontana da Rhada tre giornate; ed è questa città parte in costa de un monte e parte descende in piano, ed è bellissima e antica, populata e ricca. Appresentati che fummo innanzi al soldano, egli mi dimandò di che parte io era e quel che andava faccendo. Li risposi ch'io era romano e che era fatto mammalucco al Cairo, e ch'io era stato a Medina, dove el Nabi, cioè il gran profeta, è sepulto, e poi alla Mecca; e poi era venuto a veder sua signoria, perché per tutta la Soria e in la Mecca si diceva ch'egli era un santo, e se gli era santo (com'io credeva), che ben dovea sapere ch'io non era spia de' cristiani, e ch'io era buon Moro e suo schiavo.
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