Disse allora il soldano: «Di': "La ilache ill'allach Muchemmedun resul'allach'», cioè: «non è Dio se non Iddio; Macometto è messaggiere de Dio», che sono le parole che chi le dice se intende esser fatto moro. E io non le potei mai dire, o che fusse la volontà di Dio, o veramente per la gran paura ch'io aveva. Veduto il soldano ch'io non poteva dire dette parole, subito comandò ch'io fussi posto in prigione nel palazzo suo, con grandissima custodia di uomini di 18 castelli, quali venivan quattro per castello, e stavano quattro giorni, poi si mutavano quattro altri di detti castelli; e cosí seguitando mi guardorono tre mesi, che non viddi aere, con un pane di miglio la mattina e uno la sera: e sei di que' pani non mi ariano bastati un giorno, e alcuna volta, se io avessi avuto acqua a bastanza, saria stato assai contento.
Il soldano se n'andò in campo de lí a duoi giorni alla detta città di Sana con lo esercito sopradetto, nel quale v'erano quattromila cavalieri figliuoli de cristiani, negri come Mori, ed erano di quelli del Prete Ianni, li quali sono comprati da piccolini di otto o nove anni, e fannoli esercitare nell'arme: e questi erano la guardia sua, e valevano piú questi che non faceva tutto il resto delli ottantamila. Gli altri erano tutti nudi, con un mezzo lenzuolo in cambio d'un mantello adosso. E quando entrano nella battaglia, usano certe rotelle, le quali sono due pelli di vacca overo di bue incollate insieme, e in mezzo di dette rotelle sono quattro bacchette che le tengono diritte: le dette rotelle sono dipinte, in modo che chi le vede giudica esser le piú belle e le migliori che far si possino; la grandezza loro è come un fondo di botta, e lo manico è una tavoletta con due chiodi.
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