La terra ha triste mura e tristo porto, nondimeno è posta in terra piana e ferma. Il re di Zeila è moro e ha molta gente da piedi e a cavallo, e sono genti bellicose. L'abito suo è in camicia; il color loro sono olivastri. Questi tali vanno mal armati, e tutti sono maumettani.
Di Barbara, isola di Etiopia, e della sua gente.
Venuto che fu il tempo buono, facemmo vela e arrivammo ad una isola chiamata Barbara, il signore della quale con tutti gli abitanti suoi sono Mori. Questa isola è piccola, ma buona e molto ben abitata, e fa molte carni d'ogni sorte. Le persone sono la maggior parte negre, e le ricchezze loro sono quasi piú di carne che d'altre cose. Qui stemmo un giorno, e poi facemmo vela e andammo alla volta della Persia.
LIBRO DELLA PERSIA
Di Diuoban del Rumi, e di Goa e Giulfar, e di Meschet, porto della Persia.
Navigando noi cerca dodici giorni, arrivammo ad una città chiamata Diuoban del Rumi, cioè porto santo delli Turchi, la qual città è poco distante da terra ferma: quando il mar cresce è isola, e quando cala si passa a piedi. Questa città è sottoposta al soldano di Cambaia, e sta per capitano in esso Diuoban uno che si chiama Menacheaz. Qui stemmo duoi giorni. È città di grandissimo traffico, e in essa stanno di continuo quattrocento mercadanti turchi. E questa città è murata intorno, e dentro vi sono molte artegliarie; hanno certi navilii chiamati talac, che sono poco minori di fuste.
De lí si partimmo e arrivammo ad una città chiamata Goa, distante dalla predetta tre giornate, la qual Goa è terra di gran tratto e di gran mercanzie, ed è grassa e ricca; sono pur gli abitanti tutti maumettani.
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