Il paese di costoro non è troppo fertile, anzi hanno carestia di vivere, e sono piú le montagne che piano. Le loro abitazioni sono molto triste e non hanno terre murate. Per mano di questi tali vengono nelle parti nostre molte gioie, perché costoro vanno per la lor libertà in fino dove nascono, e de lí le portano in altri paesi senza alcuna spesa. Sí che, per avere il paese forte e sterile, tengono in guerra quasi al continuo il soldano Machamut.
Della città di Cevul e de' costumi, abito e armi del suo popolo.
Partendomi dalla detta città di Cambaia, camminai tanto ch'io giunsi ad un'altra città nominata Cevul, distante dalla sopradetta dodeci giornate: e infra l'una e l'altra di queste città, il paese si chiama Guzarati. E il re di questa Cevul è gentile, e le genti sono di color leonato oscuro; l'abito suo è che alcuni portano una camicia e alcuni vanno nudi, con un panno intorno alle parti inoneste, senza niente in piedi né in capo, salvo alcuni mercadanti mori. La gente è bellicosa: le arme sono spade, rotelle, archi e arme inastate di canne e di legno, e hanno artiglieria. Questa terra è molto ben murata ed è lontana dalla marina due miglia, e ha una bellissima fiumara, per la quale vanno e vengono grandissima quantità di navilii forestieri, perché il paese è abbondantissimo d'ogni cosa, eccetto di uva, noci e castagne. Quivi si raccoglie grandissima quantità di grano, di orzo e di legumi d'ogni sorte, e quivi si fa grandissima copia di panni di bambagio. La fede loro non vi dico, perché credono come il re di Calicut, del quale quando sarà tempo vi dechiarirò. In questa città sono assaissimi mercadanti mori.
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