Qui comincia l'aere ad esser piú tosto caldo che freddo. Qui si usa grandissima giustizia; questo re non ha molta gente da combattere. Hanno questi abitanti cavalli, buoi, vacche in assai copia.
Di Dabuli, città d'India.
Visto Cevul e' suoi costumi, di là partendomi andai ad un'altra città lontana de lí due giornate, la quale è chiamata Dabuli, la qual città è posta sopra una ripa d'una grandissima fiumara. Questa città è murata a usanza nostra ed è assai buona; il paese è come della sopradetta. Quivi sono mercadanti mori in grandissima copia. Il re di questa terra Dabuli è gentile, e fa cerca trentamilia uomini combattenti, pure ad usanza di Cevul prefata; e questo re è grandissimo osservatore della giustizia. La terra, il vivere, l'abito e i costumi sono come nell'antedetta città di Cevul.
Di Goga, isola d'India, e del suo re.
Partitomi dalla detta città di Dabuli, andai ad un'isola distante da terra ferma cerca un miglio, e chiamasi Goga, la qual rende al re Decan ogni anno diecimila ducati d'oro, li quali loro chiamano pardai: e sono questi pardai piú stretti che non sono li sarafi del Cairo, ma piú grossi, e hanno per stampa duoi diavoli, cioè da una banda, e dall'altra banda hanno certe lettere. In questa isola è una fortezza murata a usanza nostra appresso al mare, nella quale sta alcune volte un capitano chiamato Sabain, il quale tiene 400 Mammalucchi ed egli ancora è Mammalucco. E quando il detto capitano può aver alcun uomo bianco, li fa grandissimo partito e gli dà almeno 15 overo 20 pardai al mese, e innanzi che lo metta nella lista de' suoi uomini da bene, si fa portar duoi zupponi di corame molto grosso, uno per lui e l'altro per quello che vuole il soldo, e ciascuno si mette il suo indosso e fanno alle braccia: e se lo trova forte, lo fa scriver nella lista degli uomini da bene, se non, lo pone ad alcuno esercizio vile e mecanico, e non di combattere.
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