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      Li duoi denti che si veggono sono nella mascella di sopra; l'orecchie sono duoi palmi per ogni verso e in alcuni piú, in alcuni manco. Le gambe sue sono quasi grandi di sotto come di sopra; li piedi sono rotondi, come un grandissimo tagliero da tagliar carne, e intorno al piede tiene cinque onghie e ciascuna è grande come una scorza di ostrega. La coda è lunga come quella d'un buffalo, cioè cerca tre palmi, e ha pochi peli e rari. La femina è piú piccola che 'l maschio. L'altezza dell'elefante è diversa, perché n'ho visto assai 13 e 14 palmi alti, e ne ho cavalcati alcuni di detta altezza, e dicono che se ne trovano di quindeci palmi e piú d'altezza. Lo andar suo è molto lento, e chi non l'ha accostumato non li può stare a cavallo, perché fa voltare lo stomaco come se andasse per mare; gli elefanti piccoli vanno portanti come una mula ed è una gentilezza a cavalcarli. E quando si vuol cavalcar, esso elefante abbassa una gamba di drieto e per quella gamba si monta suso: pur bisogna che vi aiutiate o facciate aiutar al montare. Ed è da sapere che 'l detto elefante non porta né briglia né cavezza, né cosa alcuna legata nella testa. Quando vuol congiungersi con la femina e generare, va in luoco secreto, cioè nell'acqua in certi paludi, mostrando la quasi vergogna di esser veduto: e si congiungono come fanno gli uomini e le donne, ancora che molti dicono che si congiungano al contrario uno con l'altro. E in alcuni paesi ho visto che 'l piú bel presente che si possi far ad un re è la verga d'un elefante, la quale il re mangia come cosa preziosa e di gran conto, perché in alcuni paesi un elefante vale cinquecento ducati e in altri val mille e duemila ducati.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094