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      Sí per conclusione dico che ho visto alcuno elefante che ha piú ingegno e piú discrezione e sentimento che non han molte sorte di genti che ho ritrovato.
     
     
      Del re di Narsinga, e delli costumi delli popoli a lui soggetti, e della moneta che 'l fa battere.
     
      Questo re di Narsinga è il piú gran re che mai abbia sentito nominare, sí di tesoro come per molti regni a lui soggetti. Questa città è in bellezza e sito molto simile a Milano, ma quello è in piano e questa nella costa de un monte: quivi è il seggio del re e li reami suoi stanno intorno, come saria il reame di Napoli e come la città di Venezia, di modo ch'egli ha il mare da due bande. Dicono li suoi Bramini, cioè sacerdoti, ch'egli ha ogni giorno dodecimila pardai di entrata; ha sempre molta gente a ordine, perché combatte di continuo con diversi re mori e gentili. La fede sua è idolatra, e adorano il diavolo come fanno quelli di Calicut: quando sarà tempo, diremo in che modo l'adorano; loro vivono come gentili. L'abito suo è questo: gli uomini da conto portano una camicia curta, e in su la testa una tocca alla moresca di molti colori, e in piede non portano cosa alcuna; il popolo minuto vanno tutti nudi, salvo che intorno le parti inoneste portano un panno. Il re porta una berretta di brocato d'oro lunga duo palmi, e quando va in guerra porta una vesta imbottita di bombagio, e sopra questa porta un'altra vesta piena di piastre d'oro, e intorno è piena di gioie di piú sorte. Il suo cavallo vale piú che alcuna città delle nostre, per rispetto degli adornamenti ch'ei porta di gioie e altre pietre preziose.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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