Quivi è buonissimo aere, e le genti sono di color lionato scuro, e non vi è troppo caldo né troppo freddo. L'abito suo è all'apostolica, portano certi panni di bombagio overo di seta e vanno pur scalzi. È posta questa isola lontana dalla linea equinoziale per sette in otto gradi, e gli abitanti suoi non sono molto bellicosi. Qui non si usa artiglierie, ma hanno alcune lance e spade, le qual lance sono di canna, e con quelle combattono fra loro: ma non se ne ammazzano troppo di essi, perché sono vili. Qui sono rose e fiori di ogni sorte tutto il tempo dell'anno, e le genti scampano piú longamente di noi.
Essendo una sera nella nostra nave, venne uno uomo da parte del re al mio compagno e disse che li portasse li suoi coralli e zaffarano, che dell'uno e l'altro ne avea gran quantità. Udendo queste parole, uno mercatante di detta isola, il quale era moro, gli disse secretamente: «Non andate dal re, perché vi pagherà al modo suo le robbe vostre». E questo disse con malizia, a fine che 'l mio compagno si partisse, perch'egli avea la detta mercanzia. Pur fu risposto al messo del re che 'l giorno seguente andaria a sua signoria, e la mattina prese un navilio e per forza di remi passammo in terra ferma.
Di Paleachate, terra dell'India.
Arrivammo ad una terra la qual si chiama Paleachate in tempo di tre giorni, la qual è sottoposta al re di Narsinga. Questa terra è di grandissimo traffico di mercanzie, e massime di gioie, perché qui vengono da Zeilan e da Pegu; vi stanno ancora molti gran mercatanti mori d'ogni sorte di speziarie.
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