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      La detta città è in terra ferma e paga tributo al re delle Cine, il qual fece edificar questa terra già cerca settanta anni, per esser ivi buon porto, il qual è il principale che sia nel mare Oceano: e veramente credo che qui arrivano piú navilii che in terra del mondo, e massime perché qui vengono tutte le sorti di spezie e altre mercanzie assaissime. Questo paese non è molto fertile: pur vi nasce grano, carne, poche legne, uccelli al modo di Calicut. Qui si trova gran quantità di sandolo e di stagno; vi sono ancora elefanti assai, cavalli, pecore, vacche e buffali, leopardi e pavoni in molta copia, frutti pochi ad usanza di Zeilam. Non bisogna far traffico qui di cosa alcuna, salvo che di speziarie e panni di seta. Queste genti sono di colore olivastro e portano i capelli longhi; l'abito suo è al modo del Cairo. Hanno costoro il viso largo, l'occhio tondo, il naso ammaccato. Qui non si può andar per la terra come è notte, perché si ammazzano a modo di cani, e tutti li mercatanti che arrivano qui vanno a dormire nelli loro navilii. Gli abitatori di questa città sono di nazione e origine di quelli della Giava. Il re tiene un governatore per far ragione a' forestieri, ma quelli della terra si fan ragione a posta loro, e sono la peggior generazione e dei piú pessimi costumi che sia credo al mondo; e sono tanto superbi e crudeli che, se alcuna volta il re gli vuol punire, essi dicono che disabiteranno la terra, perché sono uomini di mare e facilmente passariano sopra qualche isola.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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