Il mio compagno li pregò che ne facessero venir dua, che li compraria. Subito li cristiani ne trovorono duoi forniti di genti che li avevano a guidare, con tutte le cose necessarie e opportune a far tal viaggio, e fecero mercato di detti navilii con gli uomini e cose bisognose in quattrocento pardai, li quali allora furono pagati dal compagno mio. Il quale poi cominciò a dire alli cristiani: «O amici miei carissimi, benché io non sia di vostra generazione, nondimeno tutti siamo figliuoli di Adam ed Eva: volete voi abbandonar me e questo altro mio compagno, il quale è nasciuto nella vostra fede?» «Come nella nostra fede? - dissero li cristiani: - Questo vostro compagno non è persiano?» Rispose egli: «Adesso sí ch'è persiano, perché fu comprato alla città di Ierusalem». Sentendo li cristiani nominare Ierusalem, subito levorono le mani al cielo e poi baciorono tre volte la terra, e dimandorono di che tempo era quando fui venduto in Ierusalem. Li risposi che io avea cerca quindici anni. «Adunque, - dissero costoro, - egli si debbe ricordare del suo paese». «Sí ben, - disse il mio compagno, - ch'ei si ricorda, anzi non ho avuto altro piacere, già sono molti mesi, se non d'intendere delle cose di quel suo paese, ed egli m'ha insegnato come si chiama dalli cristiani tutti li membri della persona, e il nome delle cose da mangiare». Udendo questo, li cristiani dissero: «La volontà nostra era di ritornare alla patria, la qual è tremila miglia lontana di qui; ma per amor vostro e di questo vostro compagno volemo venire dove voi anderete, e volendo restare il vostro compagno con noi, lo farem ricco, e se vorrà servare la legge persiana, sarà in sua libertà». Rispose il mio compagno: «Io son molto contento della compagnia vostra, ma non v'è ordine che costui resti con voi, perché io gli ho dato una mia nipote per moglie, per l'amor ch'io li porto: sí che, se volete venir in nostra compagnia, voglio prima che pigliate questo presente ch'io vi do, altrimenti non restaria mai contento». Li buoni cristiani risposero ch'ei facesse quello che a lui piaceva, che di tutto si contentavano, e cosí lui li donò mezza curia, cioè mezza oncia di rubini, delli quali ve ne erano dieci di valore di cinquecento pardai.
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