E secondo che diceva il mio compagno, credo che questo fu il mese di giugno, perché io aveva perduto li nostri mesi e alcuna volta il nome del giorno. È da sapere che qui è poca differenzia dal nostro freddo al loro.
Avendo noi visto li costumi di questa isola, ne parve non esser molto da dimorare in essa, perché ne bisognava star tutta la notte a far la guardia, per paura di alcun tristo che non ci venisse a pigliare per mangiarne. Onde, chiamati li cristiani, li dicemmo che al piú presto potessero ritornassimo verso la patria nostra. Ma pur, avanti che si partissimo, il mio compagno comprò duoi smeraldi per mille pardai, e comprò duoi fanciulli per dugento pardai, li quali non aveano natura né testicoli, perché in questa isola vi sono mercatanti di tal sorte, che non fanno altra mercanzia se non di comprar fanciulli piccoli, alli quali fanno tagliare in puerizia ogni cosa, e rimangono come donne.
Come l'auttore si partí dalla Giava e venne per mare a Malacha, dove prese combiato dalli suoi compagni cristiani, e dapoi, avendo toccato in diversi luoghi, giunse finalmente in Calicut.
Essendo noi in tutto dimorati quattordici giorni in detta isola di Giava, perché, parte per paura della crudeltà nel mangiar gli uomini, parte ancora per li gran freddi, non ardivamo andar piú avanti, e ancor perché a questi nostri compagni non era luogo alcun avanti piú cognito, deliberammo tornar indrieto. Onde noleggiammo una nave grossa, cioè un giunco, e pigliammo il nostro cammino dalla banda di fuori dell'isole verso levante, perché da quella banda non è arcipelago, e navigasi piú sicuramente.
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Giava Malacha Calicut Giava
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