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      Navigammo quindici giornate e arrivammo alla città di Malacha, e qui stemmo tre giorni, dove rimasero li nostri compagni cristiani, li pianti e lamenti de' quali non si potrian con brieve parlar raccontare, di sorte che, s'io non avessi avuto moglie e figliuoli, sarei andato con loro. E similmente dicevano loro, se avessero saputo di tornar a salvamento, che sariano venuti con noi. E credo ancor che 'l mio compagno li confortassi che non venissero, acciò non avessero causa di dar notizia a' cristiani di tanti signori che sono nel paese loro, che pur son cristiani e hanno infinite ricchezze. Sí che loro restorno, dicendo che volevano tornare in Sarnau, e noi andammo con la nostra nave alla volta di Coromandel.
      Diceva il padrone della nave che intorno alla isola di Giava e intorno all'isola Sumatra erano piú di ottomila isole. Qui in Melacha il mio compagno comprò cinquemila pardai di spezie minute e panni di seta e cose odorifere. Navigammo quindici giornate e arrivammo alla detta città di Coromandel, e qui fu scaricato il giunco noleggiato in Giava. Stemmo dapoi cerca venti giorni in questa terra, e al fine pigliammo una ciampana e andammo alla volta di Colon, dove trovai dodici cristiani portoghesi. Per la qual cosa io ebbi grandissima volontà di fuggire, ma restai, perché erano pochi e temeva delli Mori, conciosiacosaché vi erano alcuni mercatanti con noi, che sapevano ch'io era stato alla Mecca e dove è il corpo di Macometto, e avea paura che loro non dubitassero ch'io scoprissi le loro ipocrisie: per questo restai di fuggire.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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