Di lí a 12 giorni pigliammo il nostro cammino verso Calicut, cioč per la fiumara, e arrivammo lí in spazio di dieci giorni.
Come l'auttor trovň in Calicut duoi Milanesi che facevan artegliarie al re, e come gli persuase che fuggissero, e come egli finse di esser santo.
Dapoi il lungo discorso di tanti e cosí varii paesi come di sopra abbiamo narrato, ad ogni benigno lettor č facil cosa cognoscere quanto giŕ mi cominciava a pesare l'esser passato tanto avanti, in cosí largo cammino e navigazione, sí per li diversi e inequali temperamenti dell'aere, come per le molte differenzie e varietŕ di costumi, e sopratutto di quelli cosí crudeli e inumani uomini, veramente non dissimili dalle bestie. E per tanto, essendo con il mio compagno fastidito, deliberammo ritornarcene verso li nostri natii paesi. E conciosiacosaché nel ritorno m'intravenissero molte cose degne di memoria, non sarŕ fuor di proposito se quelle brievemente dirň: e penso, anzi tengo per certo, che non sarŕ infructuosa la narrazione di molti miei travagli, sí in raffrenar l'insaziabil appetito di molte persone, che senza pensarvi molto sopra si lasciano trasportar dal desiderio di veder diverse parti del mondo, come che, trovandosi sopraggiunti in un punto da qualche inopinato caso o pericolo, dove č bisogno che l'ingegno lavori, si saperranno con prudenzia governare e riuscirne a salvamento.
Essendo adunque arrivati in Calicut di ritorno, secondo che poco avanti avevamo scritto, trovammo duoi cristiani, li quali erano milanesi: uno si chiamava Giovanmaria, l'altro Pietroantonio, ed erano venuti di Portogallo con la nave de' Portoghesi, per comprar gioie ad instanzia del re, e quando furno giunti in Cocchin, se ne fuggirno in Calicut.
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