Il vice re n'ebbe grandissimo piacere e fu molto contento, e fecemi il salvocondotto; e il capitano della galea con la qual io venni promise per il vice re, e in termine di tre giorni mi rimandò con la detta galea a Canonor, e dettemi una lettera la qual andava al figliuolo, che mi desse tanti danari quanti mi bisognava per pagar le spie da mandar in Calicut.
Arrivati che fummo in Canonor, trovai un gentile il qual mi dette la moglie e li figliuoli in pegno, ed esso lo mandai con mie lettere in Calicut a Giovanmaria e Pietroantonio, per le quali io gli avisava come il vice re avea lor perdonato e che venissero sicuramente. Sappiate che li mandai cinque volte la spia innanzi e indrieto, e sempre scrivea che si guardassero e non si fidassero delle femmine né del loro schiavo, perché ciascun di essi avea una femmina, e Giovanmaria avea un figliuolo e uno schiavo: loro sempre rispondevano che volentieri verriano. Finalmente nell'ultima lettera mi dissero cosí: «Ludovico mio, noi avemo dato tutte le robe nostre a questa spia; venite voi la tal notte con una galea, over bregantino, dove stanno li pescatori e dove non v'è mai guardia, perché piacendo a Dio verremo noi duoi e tutta la brigata». Sappiate ch'io scriveva che venissero loro soli e che lassassero le femmine, il figliuolo, la roba e il schiavo, ma che portassero solo le gioie e li danari, imperoché avevano un diamante che pesava 32 caratti, il qual dicevano che valeva quindecimila ducati, e una perla che pesava 24 caratti, e duemila rubini li quali pesavano un caratto e un caratto e mezzo l'uno, e aveano 64 anelli con gioie legate e 1400 pardai.
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