Pur al fine la maggior parte morirono e la nave se ne andò al fondo per li colpi delle artegliarie.
La mattina seguente il nostro capitano mandò le galee e il bregantino con alcuni altri navilii a canto la costa, a vedere li corpi che se potevano contare: trovorono, fra quelli ch'erano in spiaggia morti e per il mare e quelli delle navi prese, 3600 corpi morti; molti piú ancora ne furono morti quando si misero in fuga, li quali si gittarono in mare. Il re di Canonor, veduta tutta questa battaglia, disse: «Questi cristiani sono molto animosi e valenti uomini», e cominciò a volerne molto bene e averne cari. E veramente, per dir la verità, io mi sono trovato in qualche guerra alli miei giorni e ho veduto combattere terribilmente, ma non viddi mai li piú animosi di questi Portoghesi. Il giorno seguente tornammo al nostro vice re, il qual era a Cochin, dove si vidde la grande allegrezza del re di Cocchin, il quale era vero amico del re di Portogallo, vedendoci tornar vittoriosi.
Come l'auttore fu rimandato per il vice re in Canonor e creato fattore.
Lasciamo l'armata del re di Calicut e torniamo al fatto mio. Passati tre mesi, il vice re per sua grazia mi dette un certo officio, quale era la fattoria delli mercatanti: e in questo officio stetti circa un anno e mezzo. De lí ad alcuni mesi il detto signore mi mandò sopra una nave a Canonor, perché molti mercatanti di Calicut andavano in Canonor e pigliavano il salvocondutto da' cristiani, con darli ad intendere che erano da Canonor e che volevano passar con mercanzie delle navi di Canonor, il che non era il vero: però il vice re mi mandò per conoscer questi mercatanti e intender queste fraudi.
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