Tutte le sopradette fortezze ha edificate a usanza nostra il capitano maggior passato, il signore Alfonso d'Alburquerque, il qual nel giunger nostro in India stava in Ormuz, dove trovavansi infiniti oratori delle regioni convicine al sino Persico, e fra essi l'ambasciador del Sofí nominato siech Ismael, molto onorato, che presentò al capitan maggiore bellissimi cavalli, infinite turchine e una scimitarra molto ricca, adornata con sua vagina d'oro, perle e pietre preziose. E dicono che siech Ismael molto desidera l'amicizia del re di Portogallo, ed esser inclinatissimo alla benevolenza di tutti i Franchi. In Persia alla sua corte vi furono uomini nostri, da esso ricevuti e onorati e presentati, ch'è signor molto liberale: e fecero per terra, prima che vi giungessero, tre mesi di cammino.
E stando noi nell'India dapoi un mese, don Garzia della Crognia, nipote del capitan maggiore, avea deliberato questo anno passar allo stretto del mar Rosso, a destrugger l'armata del soldano (se è vero ch'ella vi sia) e far una fortezza o in Dalaccia o in Suachem, isola in diciotto gradi, dove imbarcano i religiosi che di Etiopia passano in Gierusalem, che cosí era questo anno sua volontà, e discoprire i cristiani d'Etiopia. E dipoi detto capitano maggior, lassato che ebbe Ormuz munito d'arme e mille uomini di guerra, con sedeci vele se ne tornava per India, e nel cammino li furon mandate lettere da Melchias di Diupatam, terra di Cambaia, nelle quai gli diceva che si mettesse ad ordine per tornar a Portogallo, perché nell'India vi era un altro capitano maggior e capitani di castelli.
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