Come il re di Dalaccia venne a parlamento col capitano di Portoghesi, e che notizia s'ebbe in tal colloquio del stato del re David, ora chiamato Prete Ianni.
Lo primo giorno di maggio, fummo in terra CCCC uomini e ci assicurammo d'essa, perché li Mori, non avendo animo di aspettarci, fuggirno subito a Dalaccia. Nella gelfa che presero quando l'isola fu discoperta, menarono alla nave un Moro antico di essa naturale, al quale si fece molto onore, dandogli vestiti e panni di piú sorte: e mandammolo a Dalaccia, accioché fussi a parlar al re, che la nostra venuta e presa della sua isola non era per fargli alcuno impedimento, se non di pigliare acqua e alcuno rinfrescamento, di che eravamo necessitati, e che quanto in essa si dannificasse pagaremmo a sua volontà, e che la nostra intenzione era di aspettar il capitan maggior, dal qual eravamo stati separati per fortuna, che di là aveva a passare. Il re, con questo assicurato, mandò ambasciadori, i quali subito conobbero Matteo, ambasciadore del re David, e li fecero grandissima riverenza e molta festa, mostrando di fuori gran contentamento della sua vista, e dissono che disponessimo di Dalaccia e di sue isole a nostra volontà. Di che il nostro capitano gli ringraziò molto, e disse che dicessero al re che fusse certo che il capitano maggiore gli resteria in grandissima obligazione, e che, per saper che erano in amicizia col re David, non avevano a ricever da noi se non onor e utilità, e che, mentre che quivi stessimo, mandasse a vender alla spiaggia alcune vettovaglie, e che tutto si pagarebbe per suo prezzo.
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