Questo Turco detto Melchias, com'uomo sagacissimo ed esperto, dapoi che i Portoghesi disbarattarono, già sono nov'anni, l'armata del soldano nella sua isola, con morte di sei o settemila persone, parte del Cairo e parte della sua terra, con suo ingegno, fatta pace col vice re ch'era in quel tempo, ritenne sempre l'amicizia del re di Portogallo per non perder il suo dominio, scrivendogli ogni anno e mandandogli varii presenti e opere bellissime che si lavorano in questa terra, tenendo contenti con diverse maniere i principali Portoghesi dell'India e faccendo a tutti generalmente grandissimo onore, presentandogli con varie cose di Cambaia; dall'altra parte attese sempre a fortificarsi di castella e di artegliaria, mostrando che tutt'era di Portoghesi. In questo medesimo tempo non lasciò mai d'intertenersi col soldano, dando particolare aviso del loro stato nell'India, e sendo già l'armata presta al presente, mandava a sollicitare che passassino a Diupatam e che non tardassino, che teneva in ordine vettovaglie, arteglierie, navili, legnami e ferro e gente per congiungersi con loro, e ch'erano tornati al Zidem per reparar le galere e passare all'isola di Diupatam, e de lí poi tornare sopra la fortezza d'Ormuz. Inteso tutto per il capitan maggiore, diede ordine alla partita, tre giorni dipoi che stavano in detto porto, e prima mandò a por fuoco a tre navi grosse a nostro costume e a uno galeone di dua coperte, che li Mamalucchi avevano armate sopra navi che presono di Mori quando furono in Adem; e dato a tutto ispediente, si venne all'isola di Cameran, donde dispaciarono le caravelle sopradette per Dalaccia.
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