Esso scrisse a Raysalmon quant'era successo; egli rispose che, come fossero a Cameran, tutti sarebbero contentati a lor volontà. Risposero di non voler altro Cameran che la terra di ch'erano signori; Amyrasem con sospetto ne fuggí e venne per Raysalmon, e vedutosi piú l'un giorno che l'altro mancar la vettovaglia, amendue uscirono dello stretto del mar Rosso e andarono a Zeila, città posta nella costa d'Etiopia, fuora della bocca del mare. I terrazzani, per timore che non avvenisse lor quel medesimo che a Zibid e a Taesa, diedero 10.000 saraffi in denari e vettovaglie e gente per le galere.
Partirono poi di Zeila al cammino d'Adem, e nel mezzo del golfo del sino Arabico ebbero vista d'una grandissima nave di Malaccha, alla quale fu Raysalmon, seguitandola sino che perdette l'armata di vista: e l'altro giorno la prese e mandò cosí carica d'infinite e ricche mercanzie a Diupatan a Melchias, che vendesse il tutto e la rimandasse allo stretto con vettovaglie e legname e ferro e stoppa, e che sarebbero presto nella sua isola, e che tenesse in ordine il tutto per dar sopra le forze de' cristiani. Amyrasem passò coll'armata in Adem con le galere, e con un pezzo grande d'artegliaria posto in terra cominciò a bombardar la terra, il qual pezzo le genti d'Adem gli tolsero per forza. In questo comparve Raysalmon e saltò in terra con tutta la gente, prima avendo buttato a basso venticinque passi di muro e ripresa la sua artegliaria e molt'altra che stava in terra appresso il muro rotto, sendo poca gente di dentro e la sua invilita, faccendogli gran danno l'artigliaria, si ritrassero e tornarono insieme con le galere a Cameran, e di Cameran al Zidem, dove trovando la revoluzione del Cairo, vennero i Capitani in differenzia e Amyrasem fuggí alla Mecca.
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