Ebbe l'ambasciadore del Prete Ianni gran piacere di tal nuova e delle destruzioni che facemmo, parendogli ch'al presente in detto regno non restasse ostaculo che lo defendesse piú dalle forze del re David, onde si potrebbe congiungere con li Portoghesi, a destruzione de' Mori. I quali dicono avere per loro profezie che la Meccha e Medina Talnabi hanno da essere desolate per li cristiani d'Etiopia.
Come i Portoghesi arrivarono al porto, dove stati alquanti giorni senza risoluzione di pace o guerra, riscossi per Mori alcuni schiavi, si partirono, e per il vento contrario non poteron andar dove era la loro intenzione. Di Calaiate, porta d'Arabia, e della natura e costume di quelle genti.
Partimmo di Zeila al cammino di Adem all'altra costa d'Arabia, e traversando il sino Arabico vi arrivammo in otto giornate. Stemmo in questo porto d'Adem surti cinque o sei giorni, senza far risoluzione né di pace né di guerra, perché i Mori ch'al presente si trovavano nella città erano meglio provisti, e sapevano esser molti morti nella nostra armata e la maggior parte venire di mala disposizione, perché, essendo già IX mesi che eravamo partiti dal Zidem senza pigliare in nessuna terra rinfrescamento, andavamo molto mal trattati, e per questo si passaron con noi per il generale; né il capitan maggior volse offerire né domandare cosa alcuna, parendogli la guerra con Adem dover far piú profitto che danno, rispetto alle navi. Molti Mori vennero a riscattare schiavi di conto che s'erano pigliati in Zeila, e massime certi sciriffi e sciriffe, cosí chiamati, d'una generazione de Mori della casa di Maumetto, che tenevano per gran peccato restassino nelle nostre navi; molti altri si dettero in baratto di castrati e acqua e frutte.
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