Nel porto stavano quattro navi grosse cariche di robbe, acqua rosata, zibibbo e molte mandorle, e d'un'altra druga medicinale che si chiama amffiam, che nell'India è tenuta in grandissimo prezzo, la qual druga costumano gran parte de' Gentili e Mori per lussuriare, perché è molto a proposito a levar il membro genitale. E questo semplice nasce in Etiopia e nell'Arabia, e credo da noi sia chiamato oppio tebaico, il qual è venenoso, ma costumasi ad esso pigliandolo a poco a poco, e in piccola quantità per volta. Queste mercanzie si caricano nel porto di Adem per l'India: il capitan maggior per maggior franchezza non volse pigliarle.
Ma il giorno di san Lorenzo partimmo con intenzione di passar all'isola detta di Barbara, nella costa di Etiopia, ch'in essa si poteva rinfrescar l'armata di vettovaglia, carne e acqua, che di tutto eravamo molto necessitati. Passammo un'altra volta per il sino Arabico all'altra costa, e per causa che i pilotti o non la conoscessino o non volessino là guidarci per alcun suo rispetto, non vi andammo; e di qui determinammo di andare a pigliare acqua nel capo di Guardafuni, e il vento non ci servendo a nostro modo, andavan molte navi come perdute, senza acqua, perché quella che portammo di Cameran avevamo quasi consumata. E gittandosi il capitan maggiore un'altra volta nella costa d'Arabia, non potendo passar al capo di Guardafuni se non in volte, molte navi, separandosi dall'armata, restarono nella costa d'Etiopia per veder se potessero trovare acqua. Noi fummo a nostro cammino insieme col resto dell'armata, ancora che restasse con poca compagnia, perché tutti cercavano loro ventura, e con molto travaglio passammo del sino Arabico nel mar Oceano, ed essendo vicini a Soquotora, con intenzion di pigliar porto, mutandosi il vento fummo forzati tenere altro cammino, e determinammo di passare ad Ormuz.
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