Le monete di Ormuz sono saraffi e mezzi saraffi d'oro, i quali chiamano azar; evvi un'altra qualità di monete d'argento, che loro chiamano sadi, de' quali vale XX uno saraffo e X uno azar. Hanno anche una sorte di moneta di tanta finezza e sí buona che corre per tutte le terre di queste parti, cosí nella India e Arabia come nella Persia, e parmi che sia poco differente dallo argento di coppella: vagliono sei d'esse per uno ducato, e sei per uno saraffo; sono come un pezzo d'argento lungo e addopiato, battuto da ogni banda con stampa di lettere di Persia, e queste si chiamano tanghus.
Alla venuta del nostro capitan maggiore, il re d'Ormuz con li principali della città, accompagnato da molta gente di sua guardia, fu a riceverlo alla spiaggia del mare, vestito alla persiana, con una vesta lunga turchesca di veluto nero con liste d'oro, e in capo uno turbante di seta avolto a una beretta d'oro tirato, ritonda e a spichi, come la metà d'uno mellone, e nel mezo d'essa è levato un gambo composto della medesima opera, di grossezza di piena mano e lungo un palmo e mezzo: questa berretta costuma mandare il Sofí (in queste parti chiamato sciech Ismael) a' signori suoi sudditi e tributarii, in segno d'amicizia e obedienzia, la qual al presente tengono tutti i popoli di Persia e d'altre terre di detto sciech Ismael, e seguaci di sua setta. E in Ormuz, nella gente della corte del re, la maggior parte delle lor berrette sono di panno di lana vermiglio, e de' piú onorati di velluto o damasco di Persia o di broccato; e se ben mi ricordo, questa medesima portavano li mercanti persiani che furono nella nostra città l'anno 1514. Il capitan maggiore, doppo molta congratulazione, levò il re da mano destra sino al palazzo reale, ancor che lui recusasse molto tal compagnia; dipoi si tornò per la nostra fortezza, e questo giorno si fece festa generale per tutta l'isola.
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