Lasciato però nella fortezza d'Ormuz molta gente per sua difensione, fummo costeggiando per lo stretto dalla banda di Persia, ed entrati nel mar d'India pigliammo porto nell'isola di Goa in termine de XXX giorni, che è lontan di Ormuz leghe 400. Qui avemmo nuove di diece navi grosse ch'erano venute di Portogallo con 2000 uomini, e che di già erano passati alle fortezze di Calicut e Cochin: il che diede gran letizia a tutta l'armata. Non facemmo dimora piú che tre giorni in Goa, e fummo subito a cammino di Cochin, dove arrivammo del mese di decembre: e qui finimmo un anno giustamente dal dí che di là eravamo partiti e passati alli travagli soprascritti. Qui mi trovo al presente, dando piú l'un giorno che l'altro grazie al nostro altissimo Signore Giesú Cristo di avermi condotto a salvamento e liberato di tanti pericoli corsi per questo cammino dello stretto, che non fu poca grazia il tornare in India, essendovi morta infinita gente e restandovi ancora nove navi, tra grandi e piccole, le quali non sappiamo se sono perdute, e già quest'anno non possono tornare: piaccia a nostro Signore che si siano salvate in qualche porto e che a tempo nuovo si aspettino per la India.
Dopo la tornata del capitan maggiore, non si attende ad altro che a mettere in ordine navi sei per Portogallo, le quali si partiranno per tutto questo mese di gennaio: e di già tre vanno alla vela, e questa sarà la quarta. Due d'esse sono ciascuna di duamila botte, e tutte l'altre di 800, 900 e 1000, e levano per il re 50.000 quintali di pepe e molto giengiovo, cannella e garofani, gomma lacca e seta della Cina, sandalo vermiglio, oltre a infinite ricchezze d'uomini particolari: piaccia a nostro Signor vadano a salvamento.
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