Questo capitano venne sopra un buon cavallo, e portava una bedena sopra una ricca camicia fatta alla moresca, accompagnato da XXX uomini a cavallo e ben CC a piedi; e dopo una grande e graziosa pratica che per mezzo degl'interpreti ebbero insieme, sapendo ancora il gran capitano parlar arabico, si partí questo signor d'Ercoco con le sue genti, ben contento, come a noi parve.
Lontano da questo luogo da XX in XXIIII miglia è una montagna molto alta, dove è un monasterio di frati molto nobile, il quale Matteo spesso nominava, che si chiama de Bisan, cioè della Visione. Ebbero i detti frati notizia di noi, e il giovedí dopo l'ottava vennero sette frati del detto monastero, alli quali andò incontro il gran capitano fino alla spiaggia, con tutte le genti, con molto piacere e allegrezza: e cosí mostravano di avere anche loro, e dicevano che era molto tempo che aspettavano i cristiani, perché avevano nei loro libri profezie che dicevano che a questo porto doveano venire cristiani, e quivi si apriria un pozzo, il quale aperto che fusse, non vi sariano piú mori, con molte altre parole a simil proposito convenienti. A tutte queste cose era presente l'ambasciador Matteo, al quale i detti frati fecero molto onore, baciandogli le mani e le spalle secondo il loro costume: e all'incontro egli di loro pigliava grandissimo piacere. Dicevano i detti frati che guardavano la festa di Pasqua insieme con gli otto dí seguenti, e che essi in quelli dí non andavano in viaggio né facevano alcuno servizio, ma che, subito che essi udirono dire che i cristiani erano giunti nel porto (cosa a loro tanto desiderata), dimandorno al suo maggiore licenzia per venire a far questo cammino per servizio di Dio, e che similmente era stato avisato Barnagasso della nostra venuta, ma che esso non si partiria da casa sua se non otto dí dopo Pasqua.
| |
Ercoco Matteo Bisan Visione Matteo Pasqua Dio Barnagasso Pasqua
|