Avanti ch'esso arrivasse a noi, dismontò da cavallo, per esser questo il loro costume, e l'hanno etiam per una cortesia. L'ambasciador Matteo, udendo la sua venuta, disse che egli era un ladrone e che veniva per rubarne, e che tutti dovessimo pigliar le nostre armi: ed esso Matteo pigliò la sua spada e si messe la celata in testa. Udendo Framasqual questo rumore, mandò a dimandar licenzia di potersi approssimare, e ancor che esso non l'avesse da Matteo, pure s'accostò a noi, come uomo ben creato e cortese e come persona allevata in corte. Aveva questo gentiluomo un molto buon cavallo dinanzi a lui, e una bella mula sopra la quale veniva, e quattro uomini a piedi.
Come Matteo fece lasciare a don Rodrigo la strada e camminare per certi monti
e per boschi e per un fiume secco.
Cap. VII.
Partimmo da questo alloggiamento tutti insieme, e questo gentiluomo, cavalcando sopra la sua mula col cavallo avanti, s'accostò all'ambasciador don Rodrigo con l'interprete, e andarono un gran pezzo parlando e pratticando insieme. Era, cosí nel parlare come nel rispondere, molto gentile, costumato e cortese, e l'ambasciadore ne rimase sommamente sodisfatto; ma Matteo non lo poteva vedere, e non faceva altro se non dire ch'esso era un ladrone. E andando noi per una molto buona strada, e per la quale camminava molta altra gente ch'era alloggiata nel sopradetto luogo con noi, Matteo lassò quella strada, che era larga e piana, e si pose per certi boschi folti e monti dove non era cammino, e per quella parte fece andare i camelli e noi con loro.
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