Come in tutti li monasteri e chiese della terra del Prete Ianni non si dice piú d'una messa al giorno, e della maniera della loro quaresima e loro digiuni, e del sito del monasterio della Visione.
Cap. XIII.
In questo monasterio di San Michele ove noi eravamo, ogni giorno dicemmo la messa, non dentro nel monasterio, ma nel circuito che è come claustro, perché in questo paese non dicono piú d'una messa in ciascuna chiesa o vero monasterio. Venivano i frati alla nostra messa con gran divozione, secondo che mostravano, e supplivano con turribolo e incenso, perché noi non ne avevamo, e costoro tengono per cosa mal fatta il dir messa senza incenso; e dicevano che pareva loro che tutto stesse bene, eccetto che non laudavano che un solo sacerdote dicesse la messa, perché fra loro non direbbono la messa se non fusseno tre o cinque o sette, e questi tutti stanno all'altare. Similmente dispiaceva loro che entrassimo in chiesa calzati, e molto piú quando vi sputavamo, e noi ci escusavamo con dire che questo era appo noi di nostro costume.
E cosí dicemmo ogni dí la messa fino alla domenica della Trinità, e quando venne il lunedí dopo la detta Trinità, allora non ne volsero lasciar dire piú la messa la mattina. Ed essendoci noi di questo maravigliati e dolendoci, e non avendo in quel tempo alcuno interprete, dal quale potessimo sapere perché non volevano che si dicesse la messa, intendemmo finalmente quello che con la esperienzia dopo vedemmo, cioè che costoro osservano il Testamento vecchio quanto al digiuno, conciosiacosaché grandemente digiunano la quaresima, la quale cominciano il lunedí dopo la domenica della sessagesima, che son X giorni avanti il nostro carnevale.
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