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      e come arrivammo il giorno seguente a un luogo che si chiama Calote.
      Cap. XVII.
     
      Il giorno seguente tornammo a traversare un'altra montagna, alta e oltra modo salvatica, sí che non potevamo sopra le mule né a piedi andare. In questa montagna trovammo molti animali di diverse sorti, e infinite simie a squadre: e non si veggono generalmente per tutta la montagna, se non dove č qualche rottura e grotta grande e qualche caverna, e non andavano manco di 200 o 300 insieme. E dove č terra piana sopra le dette rotture, fanno la loro stanza, e non vi resta pietra che non la rivoltino, e cavano la terra che pare ch'ella sia stata lavorata. Son molto grandi, e dal mezzo innanzi pelose come lioni, e son della grandezza de' castroni.
      Passata la montagna, fummo a dormire a un luogo a pič di quella, che si chiama Calote: puň essere, da questo luogo al monasterio donde partimmo, da sedeci in disdotto miglia. Passammo un fiume d'acqua corrente molto chiara e buona, a pič del detto luogo, ove fummo a visitare un molto onorato gentiluomo capitano di quello, molto vecchio, e alloggiava molto onoratamente: e ne fece grandissime carezze, dandone galline cotte in butiro e vini di mele in abondanzia, e ne mandň una molto grande e grassa vacca dove eravamo alloggiati. Il giorno seguente fummo a dire la nostra messa nella chiesa del detto luogo, che si chiama San Michele, ed č povera, cosí la casa come gli ornamenti. In quella sono tre chierici maritati e altri tre zagonari, cioč da Evangelio: e questi sono di necessitŕ, perché con manco non potriano dir messa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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