E allora senza mangiare ci levammo e tornammo allo alloggiamento, e subito montammo a cavallo due ore innanzi mezzogiorno, e andando al nostro viaggio da circa due miglia, ne venne un uomo dietro correndo, il quale ne disse che l'aspettassimo, perché la madre di Barnagasso ci mandava da mangiare, e ch'ella averia per male se noi non l'accettassimo: e cosí aspettammo, e ci portarno cinque pani di formento, molto grandi e buoni, e un corno di buon vino pur di mele. E non si maravigli alcuno d'udire un corno di vino, perché i gran signori e il Prete Ianni fanno li loro vasi da tener vino di corni di buoi, e vi si trova corno che tiene cinque e sei inghistare. E piú ne mandò della detta farina impastata, dicendo che in quella terra la tengono per buona vivanda: questa farina è d'orzo arrostito e fatto in farina, e l'impastano con un poco d'acqua e cosí la mangiano. Noi, mangiato che avemmo, seguitammo il nostro cammino verso il luogo di Barua, dove avevamo lasciate le nostre robbe e dove eravamo alloggiati.
In questa terra, e in tutti li regni del Prete Ianni e suo dominio, non si ragiona a leghe né miglia, e se dimandate: «Quanto è di qua al tal luogo?», vi risponderanno: «Se partirete al levar del sole, arrivarete quando il sole sarà ivi», segnando il luogo nel cielo; «e se camminarete pianamente, arrivarete quando le vacche si serrano», che è la notte; e se il cammino è lungo, «arrivarete in un sambete» che vuol dire in una settimana: e cosí vi assegnano secondo la distanzia. E perché ho detto che dal luogo di Barua fino al luogo di Barra ci sarebbeno da X in XII miglia, cosí è a nostro giudicio, perciò che dipoi vi fummo assai volte, e partivamo da uno de' detti luoghi e andavamo a desinare all'altro, dove negoziavamo, e tornavamo ancora col sole a casa.
| |
Barnagasso Prete Ianni Barua Prete Ianni Barua Barra
|