Tornando al nostro viaggio, per ispazio di otto miglia da Chaxumo è un altro monastero in un monte, che si chiama San Giovanni, e poi, piú lontano sei miglia da questo, ne è un altro che si chiama Abba Gariman, il qual dicono che fu re di Grecia e che, lasciando il suo regno e signoria, venne quivi a far penitenza e finí quivi la sua vita santamente. Ora dicono che fa molti miracoli, e noi ci trovammo presenti il giorno della sua solennità, dove vedemmo da tremila fra ciechi e storpiati e altri che hanno il mal di san Lazaro. E questo monastero è posto in mezzo di tre monti acuti, e quasi nella costa d'uno di quelli, e si vede la spelonca dove questo re faceva penitenza, la qual par che voglia cadere, né vi si può ascendere se non per una scala: e quivi montati, pigliano della terra, che è come creta, e la metteno al collo agli amalati in pezzetti, e dicono che guariscono. Volsi intendere che entrata egli aveva: mi fu detto da 16 cavalli e molte altre cose minute. È picciolo monastero e vi abitano pochi frati, e al piede di quello piantano molti agli e cipolle e molte erbe di orto che mangiano, e hanno molte vigne fatte in pergole e di buona sorte; e cominciano a farsi mature l'uve e li persichi del mese di gennaio, e finiscono per tutto marzo, e tutto l'anno in questo luogo si trova uva passa e secca da vendere, e la megliore che io mangiassi mai: è grossa come nocelle e quasi senza granello nel mezzo.
Come partimmo dalla chiesa e casa di San Michele e andammo a un luogo chiamato Bacinete, e d'indi poi a Malue; e de' monasteri che stanno appresso di quelli.
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