Partimmo da Bacinete e andammo per sei miglia a dormire a un luogo chiamato Malue, il quale è circondato di molti belli campi lavorati e pieni di formento e orzo e miglio e legumi d'ogni sorte, che ancora in un luogo insieme cosí belli e cosí spessi non abbiamo veduti. Appresso a questo luogo vi è una montagna altissima, ma nel piede non troppo grossa, perché è tanto quasi nella cima come nel piede, per essere tutta tagliata come si faria a un muro d'una fortezza, diritta, tutta calva, senza erba né verdura alcuna; ed è bipartita, cioè le due bande streme sono aguzze e quella di mezzo piana, e in una di quelle parti aguzze, camminando poco piú di due miglia, vi è un monastero de' frati di Nostra Donna, di santa vita, la qual si chiama Abbamata, e son uomini di santa vita. L'ordine quivi tutto è uno, perché nel reame del Prete Ianni sono tutti di un ordine, cioè di Santo Antonio eremita: e da questo è venuto un altro ordine che si chiama Estefarruz, il quale è tenuto piú presto ebreo che cristiano, e dicono che spesse volte ne abbruciano per essere in loro di molte eresie, come a dire che non vogliono adorar le croci che loro medesimi fanno, perché tutti li preti e frati le portano in mano e li laici al collo. E la causa perché essi non vogliono adorarla si è che dicono che solamente quella croce si debbe adorare nella quale Cristo patí per noi, ma che quelle che loro fanno e fanno altri uomini non sono da adorare, perché sono opere di uomini: e per altre simil eresie che dicono, tengono e fanno, sono molto perseguitati.
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