Pur ne abbiamo veduti XII che stavano in pace, in corte del Prete Ianni, perché d'una nova rebellione venivano a dimandar perdono. E quando arrivarono appresso al padiglione del Prete Ianni, il quale sempre sta in campagna, ogniuno di questi capitani portava una pietra grande sopra il capo, ponendogli ambedue le mani di sopra, il qual modo è segnale di pace e di venire a chiedere misericordia: alli quali il prete Ianni fece molta accoglienza e buona ciera. E condussero seco piú di 100 cavalli e belle mule a mano, ma loro entravano a piedi in la corte con le pietre in testa; e stettero in quella piú di due mesi senza esser espediti, e gli veniva dato ogni giorno vacche, castroni, miele e butiro. Al fine il Prete Ianni gli mandò lontani piú di 300 miglia dal paese loro, e gli fece mettere nel reame di Damute con grandissime guardie. Subito che le genti di questi capitani intesero che erano confinati in quelli paesi, si sollevorno e fecero altritanti capitani di nuovo, cominciando a far guerra e romper la pace. E camminando noi un'altra volta per questi paesi, arrivati che fummo quivi il giorno della Epifania, intendemmo che per questa sollevazione il Prete Ianni vi aveva mandati assai gentiluomini e capitani, li quali s'erano accampati nelle terre delli detti Mori tre miglia adentro, sopra una montagna, la quale si vedeva da quel luogo dove noi eravamo alloggiati, e vedevamo il fumo che facevano; e l'ambasciadore mandò due Portoghesi a visitare detti capitani da sua parte, li quali, veduta la cortesia dell'ambasciadore, gli mandorno a donare sei vacche.
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