Questo paese da ogni canto si vede popolato e pieno di villaggi, per esser grassissimo e abondante; e in ciascuna villa vi è la sua chiesa, la quale ha d'intorno assai alberi, che dimostra a' risguardanti ivi esser chiese, ancora che non si veggano.
Della chiesa d'Ancona, e come nel reame d'Angote corre sale e ferro per moneta,
e di un monastero che è in una grotta.
Cap LII.
Il mercordí, alli cinque di settembre, camminammo poca strada che cominciammo a calare per una dilettevole e spaziosa valle, piena di migli grandissimi e molte fave, in mezzo della quale correva un gran fiume, il qual sopra le ripe da un canto e dall'altro era seminato: e il fiume si dimanda fiume d'Ancona. E nella sommità di questa valle vi è una bellissima chiesa, detta Santa Maria d'Ancona, e ha grandissima entrata e vi sono assai canonici: il capo si dimanda licanate, e oltra li canonici vi sono assai preti e frati, e in tutte le chiese grandi da qui avanti, che si chiamano delli re, vi sono canonici, e il suo capo detto licanate. Detta chiesa ha due campane di ferro, mal fatte e basse appresso la terra, e in questo paese non ne abbiamo vedute se non queste due. E stemmo in questo luogo fino al giovedí, perché in tal giorno vi si fa un gran mercato, che loro chiamano gabeia. Corre in questa terra e in tutto il regno di Angote ferro per moneta, il quale è in modo di ballotte, e non si può adoprare cosí rotondo in alcuna cosa, ma le disfanno secondo li loro bisogni, e ne danno dieci, undici e dodici alla dramma, la qual dramma viene a essere tre quarti di ducato d'oro in oro.
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