Alli 4 d'ottobre passammo ancora per questi mali cammini, e arrivammo sopra un fiume appresso il quale dormimmo, che è molto grande e bello e si chiama Gemma, ed è abondantissimo di pesce, come dicono li paesani: e si congiungono insieme questi fiumi e vanno nel Nilo. Discendemmo da questa montata per sei miglia, in capo del quale trovammo altre porte, dove pagammo similmente il passaggio. Fuori di queste porte andammo a dormire in una campagna, dove non si vedevano né fosse né alcuna cosa, anzi il tutto era pieno e uguale. Il cammino tra l'una porta e l'altra sopra dette può essere da quindici miglia, e quivi si dividono li regni d'Amara e Xoa: e chiamansi queste porte Badabassa, che vuol dire terra nuova. Dentro di queste valli e asperità vi si veggono d'ogni sorte uccelli infiniti.
Come il Prete Ianni andò a visitare la sepoltura di Gianes ichee nel monastero di Bilibranos, e della elezione che fu fatta di un altro ichee, il qual era stato moro.
Cap. LXVI.
Alli cinque di ottobre camminammo per campagne non molto lontane dalle dette rocche e valli profonde, e andammo ad alloggiar per mezzo d'un monastero che si chiama Bilibranos, del qual voglio parlar quello che per tre fiate io viddi far al Prete Ianni. La prima fu che venne al far d'un officio anniversario ad un gran prelato di detto monastero ch'era morto, che aveva nome Gianes, il qual era tenuto per uomo santo: il titolo suo era ichee, ed è il maggior prelato che sia in tutta la Etiopia, eccettuando l'abuna Marco. La seconda fiata venne al far della elezione d'un altro ichee, il quale fu uno nominato Iacob, uomo di santissima vita, e per avanti era stato moro.
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