E per questo divieto tenevano prigione un Portoghese di Alcugna, che ne fu a parlare nel cammino, e un franco, dicendo che ne venivano a dir le cose della corte. Questo Portoghese fuggí una notte con i ferri delle man d'un eunuco che lo guardava, e venne a salvarsi alla nostra tenda. Subito la mattina lo vennero a cercare, ma l'ambasciadore non lo volse dare; ma mandò il fattore con l'interprete a parlare al betudete da sua parte, e dirgli per che cagione egli faceva mettere in ferri li Portoghesi, faccendoli trattar cosí male dalli schiavi eunuchi. Gli rispose il betudete fuor di proposito, dicendo chi ne aveva ordinato di venir qui, e che Matteo non andò in Portogallo di commission del Prete Ianni né della regina Elena, e se questo schiavo aveva posto i ferri ai Portoghesi, che i Portoghesi ritornassero a mettere i ferri al detto schiavo, che tal era la giustizia di questa terra.
Come il Prete Ianni si mutò con la corte, e come il frate disse all'ambasciadore che comprasse ciò che volesse, e come l'ambasciadore se n'andò alla corte.
Cap. LXXI.
Il martedí alli XXIIII d'ottobre, aspettando che 'l Prete ne mandasse a chiamare per parlargli, egli si partí con tutta la corte verso quella parte donde era venuto, che poteva essere lo spazio di sei miglia. In questo venne il frate dicendone che se volevamo andare dove camminava il re, che comprassimo delle mule che portassino le nostre robbe, e all'ambasciadore che, se voleva comprare o vendere, lo facesse. Gli rispose l'ambasciadore che non eravamo venuti per esser mercatanti, ma solamente per servire a Dio e ai re, e per congiunger cristiani con cristiani: e questo facevano solamente per provar d'intendere che intenzione e cuore era 'l nostro.
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