Il giovedí seguente mi mandò l'ambasciadore con Giovanni Consalvo interprete, che fossimo alla corte a parlare al betudete o ver al cabeata. E parlammo al betudete in questa maniera, che 'l frate aveva fatto intendere all'ambasciadore che se volesse comprar o vendere, che gli davano licenza: delle qual parole si maravigliava grandemente, perché né lui né suo padre né sua madre né suo avo mai avevano comprato né venduto né tenevano tal officio, e similmente tutti li gentiluomini e persone che con lui erano venuti, li quali erano allevati nella casa e corte del re di Portogallo, in onorati uficii e sopra le guerre gli servivano, e non in mercanzie; e di piú che 'l frate gli aveva detto che, dando tutto 'l pepe che gli restava, il Prete Ianni ordinarebbe che gli fossero fatte le spese mentre stessino qui e fino che arrivassimo al porto di Mazua, e che a questo rispondeva l'ambasciadore che 'l costume di Portoghesi non era di mangiar e bevere a costo di meschini e poveri uomini, ma che del loro oro e argento pagavano le loro spese. E perché non corre moneta in questo regno, per tanto il capitan maggiore, oltra il molto oro e argento, gli aveva dato molto pepe e panni per farsi le spese, e di questo pepe che portava per le sue spese ne aveva già dato quattro sacchi al Prete, e il resto lo salvava per far questo effetto; e che il frate di piú gli aveva detto che, se voleva andar dietro alla corte, dovesse comprar mule per far portar le robbe: a questo gli mandava a dire che quanto al presente non gli erano necessarie mule, né manco per mutarsi di dove stava, e che quando volesse partire esso comprarebbe delle mule.
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