E san Paulo, vaso eletto e dottore delle genti, la chiama catolica e apostolica, perciò che in lei sono tutti i poteri apostolici, che Dio diede a san Pietro e a tutti gli altri apostoli, di legare e slegare. Mi risposero che io rendeva buona ragione della chiesa di Roma, ma che cosa io diceva della chiesa di Constantinopoli, che era di Marco, e quella di Grecia, che era di Giovanni patriarca d'Alessandria? A questo gli risposi che la sua ragione aiutava la mia, perché san Pietro fu maestro di san Marco, ed esso lo mandò in quelle parti, e cosí né Marco né Giovanni poterno far chiese salvo in nome di chi gli aveva mandati, le qual chiese sono membri del capo che li mandò, a chi tutte le autorità furno date. E dopo molti anni che san Ieronimo e altri molti santi si separorno, ordinarono monasterii di aspra e santa vita per servir a Dio, che detti monasterii non si averiano potuti far senza l'auttorità della chiesa apostolica, che è quella di Roma; e come potriano far chiese in pregiudicio del capo grande, se non fussero state per Giesú Cristo nostro Signore edificate e fatte? S'acquietorno a questo, e dicevano gl'interpreti che il Prete Ianni aveva grandissimo piacere.
Dipoi mi domandarono se erano in Portogallo li preti maritati; gli dissi di no. Mi dimandarono se tenevamo il concilio di papa Leone che si fece in Nicea; risposi che sí, e già gli aveva detto che ivi fu fatto il Credo grande. Di nuovo mi dimandarono quanti erano i vescovi col papa; risposi che già lo aveva detto, che erano trecento e diciotto.
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