Ed era già molto notte, e l'ambasciadore non fu molto contento per esser cosí tardi e che non si poteva veder; nondimeno immediate furono accese tante torcie che pareva di giorno, e quivi scaramucciarono di sorte che piacque grandemente al Prete: e compito ritornammo alla nostra tenda, dove subito il Prete ne mandò tre zare di vino, migliore degli altri mandatine per avanti. Il giorno seguente mandò all'ambasciadore un calice d'argento molto ben dorato e fatto alla nostra foggia, cosí nel piede come nel vaso: nel piede vi erano gli apostoli di rilievo, e nel vaso alcune lettere latine che dicevano: «Hic est calix novi Testamenti». E ne mandò a dire che bevessimo con quello, e questo perché non intendevano quelle lettere, e la foggia del calice non era simile alli suoi, li quali hanno la coppa poco manco larga d'una scudella profonda, e cavano il sacramento con uno cocchiaro. Ne mandò in questo giorno il Prete a fare molte dimande; fra le altre fu questa, che voleva che andassimo a pigliar la città di Zeila con l'armata, che egli vi voleva venire in persona per terra con tutto il suo esercito, e che le sue genti si vederiano allora con quelle del re di Portogallo, e che, non ostante che vi siano due giornate di cammino che non si trova acqua, nondimeno che lui faria provision di tanti camelli che la portariano abondantemente. Rispondemmo che noi venivamo di Portogallo cinque e sei mesi senza pigliar acqua, perché non vi era luogo dove si potesse prendere, e pure ne avemmo avuto abastanza.
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