Alli XVIII del detto mese il Prete mi mandò a chiamare e mi fece molte dimande, e fra l'altre quanti profeti avevano profetizato della venuta di Cristo; gli risposi che al mio giudicio tutti avevano parlato di quella, cioè uno della venuta, l'altro della incarnazione, l'altro della passione e resurrezione, che tutto ritorna in Cristo. Item quanti libri aveva fatto san Paulo; gli risposi che era un libro solo distinto in molte parti, cioè in molte epistole. Mi dimandò similmente quanti libri avevano fatti gli evangelisti, e gli risposi il medesimo. Item se noi avevamo un libro diviso in otto parti, che avevano scritto tutti gli apostoli essendo congregati in Gierusalem, che essi chiamano Manda e Abetilis. Risposi che non aveva piú inteso di simil libro, e appresso di noi non si trovava; disse che essi osservano tutti i comandamenti scritti in quello. Dipoi entrò in alcune altre dimande, alle quali, essendo già stracco, risposi meglio che seppi: e conobbi che egli è molto pratico della sacra Scrittura e di continuo la legge.
Come l'ambasciadore fu chiamato, e come appresentò le lettere che egli portava al Prete Ianni, e come il Prete si lasciò vedere e parlare.
Cap. LXXXII.
Un martedí fummo mandati a chiamar dal Prete, e fu alli XIX di novembre; e giunti alla prima porta o vero entrata dimorammo un grande spazio, facendo molto gran freddo, ed era ben notte. Noi entrammo poi con quelli passi e dimore come per due volte avevamo fatto, e si era congregato molto maggior numero di persone che non furon quelle per avanti, e la maggior parte con arme, e con gran numero di candele e torchi accesi avanti alle porte, che pareva di giorno; e non ne fecero aspettar molto, che subito entrammo con l'ambasciadore e nove persone portoghese appresso le prime cortine, le qual passate ne trovammo di molto piú ricche, e anche queste noi trapassammo, dove trovammo alcuni ricchi e grandi tribunali e coperti di ricchi tappeti.
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