E cosí, ispediti con buone parole, ce ne ritornammo contenti, principalmente di averlo veduto e parlatogli.
Come io fui chiamato dal Prete, e delle dimande che egli mi fece della vita di san Ieronimo, di san Domenico e di san Francesco.
Cap. LXXXIII.
Nel giorno seguente, alli 20 di novembre, fui chiamato dal Prete, e fra le altre dimande furno queste, che io gli dicessi la vita di san Ieronimo, di san Domenico e di san Francesco, e di qual paese erano, e per che causa nelle lettere del capitan maggiore veniva fatta menzione che il re di Portogallo aveva fatto chiese di questi santi nelli luoghi che egli aveva preso nelli regni di Manicongo e di Benin e nelle Indie. Gli risposi che san Ieronimo nacque in Schiavonia, e san Domenico in Spagna, e san Francesco in Italia, e diedi informazion larga del lor ordine, riportandomi al libro che aveva delle lor vite. Subito mi venne risposta che gli mostrassi le vite di questi santi, poi che io diceva che le aveva.
Vennero poi con un'altra dimanda, dicendo, poi che noi e loro eravamo cristiani, per che causa avevamo divise le chiese, cioč di Antiochia e di Roma, e che Antiochia fu anticamente capo, fino al concilio di papa Leone, nel quale furono 318 vescovi. Risposi che altre volte aveva detto a sua Altezza che non vi era dubio alcuno che Antiochia era stata capo, e che san Pietro fu cinque anni vescovo in quella, e poi 25 anni in Roma. Vennero dapoi con un'altra dimanda, se facevamo tutto quello che il papa ne comandava; dissi de sí, che cosí eravamo obligati per l'articolo della nostra santa fede, che confessava una santa chiesa, e quella catolica.
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