Del giocare alle braccia, e del battesimo che fu fatto.
Cap. LXXXVI.
Alli 2 di decembre del detto anno 1520, ritrovandosi Lazaro di Andrade nostro Portoghese pittore appresso la tenda del re, fu richiesto se egli voleva giocar alle braccia, e lui senza pensarvi sopra giocò, e al primo tratto gli ruppero una gamba: e immediate il Prete gli donò una veste di broccato, e fu portato a braccio da quattro uomini alla nostra tenda. Il giorno seguente il Prete ne mandò a dimandare se vi fosse alcuno che volesse giocare alle braccia con li suoi; subito l'ambasciadore si pensò di mandarne duoi eletti, cioè Stefano Pagliarte e un Airas Dis, per vendicare il pittore. Questo Airas fu il primo che entrò a giocare con quello che aveva rotto la gamba al pittore, e gli fu rotto subito un braccio, e se ne ritornò adietro. Stefano Pagliarte non volse giocare, vedendosi solo, ed ebbe paura. Questo giocatore del Prete si chiama Gabmarian, che vuol dire «servo di Maria», e fu moro, ed è uomo largo di spalle e forte, e lavora sottilmente di sua mano seta e oro. In questo giorno venne nuova dal suo gran betudete, che era in guerra contra un re moro, che aveva avuto vittoria di quello, e mandava molto oro e schiavi, e le teste degli uomini grandi che egli aveva morti.
In questo tempo a un maestro Pietro Cordiero genovese nacque di sua moglie negra un figliuolo, e mi richiese che in capo di otto giorni io volessi battezzarlo, perché loro non battezzano li maschi se non alli quaranta giorni. Io fui alla tenda del Prete a fargli intendere questa cosa, e che sua Altezza ordinasse ciò che gli piaceva.
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